L’insoddisfazione
è un ospite scomodo. Nessuno la accoglie con piacere quando si presenta alla
porta. Non ci piace sentirla e tendiamo a rifuggirne in quanto disagevole. Per
lo più abbiamo imparato ad attivare una serie di compensazioni per zittirla; piccole
azioni utili a distrarci dalla percezione costante di qualcosa di fastidioso.
Ma l’insoddisfazione, per quanto ospite poco gradito, è un prezioso campanello
d’allarme. Essa reca messaggi vitali ed è per questo che dovremmo farla
accomodare in casa e lasciarla parlare. Perché per quanto sporca, vestita di
stracci e forse maleodorante, avrà sempre da dire qualcosa di molto interessante
il cui succo è: quello che fai non è più in sintonia con quello che sei.
Esercizio: offrite un caffè a una
persona che non vi piace e ascoltatelo in silenzio.
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