1 gen 2018

Oroscopo 2018 - Bilancia

Ma tu chi sei?
Sei il polmone o sei la forza
che lo gonfia e lo svuota?
chi sei tu?
Sei il tuo cuore, l’intreccio delle
fibre, la vena cava,
il sangue, sei l’arteria, l’aorta sei?
O sei la forza che tutto questo muove?
O sei la forza?
Sei battito o sei cuore?
Sei tu la forza che muove o sei la forma?
Battito o cuore?
                                               M. Gualtieri



©Giovanni Auriemma
Dopo tanto fracasso, dopo un lungo vociare, dopo sibilìi di vento, imposte che sbattono, ticchettio di pioggia sui vetri, dopo tempeste e allegre baldorie, ecco un improvviso silenzio. E’ una quiete, quasi un rigore. La portata del silenzio è sempre soggettiva, può non essere facile da sopportare; a volte ti assale, quasi ti spoglia. Se ci stai bene, invece, accumuli potenza, ti radichi a terra. Lao Tse diceva che il silenzio è una fonte di grande forza, per alcuni è solo sede di un’inesprimibile solitudine. Ma la famosa calma, dopo la tempesta, è il ripristino di un ordine che era andato perduto e che trova nuovi punti d’ancoraggio. La quiete serve a ritrovare un assetto interiore, una bussola, una morigeratezza che orienti. Spogliarsi degli eccessi, ritornare all’essenziale, rinunciare al superfluo per meglio ammirare la sostanza, lo scheletro delle cose. 

Cari Bilancia, il 2018 è forse l’anno del poco rispetto al molto, del meno rispetto al troppo, e questo, a prima vista può suonare come una punizione, ma ecco la notizia: non lo è. E’ un premio. Avrete l’occasione di rinunciare, laddove rinuncia non per forza è sinonimo di sacrificio ma si accompagna piuttosto al verbo semplificare. Siamo accumulatori seriali, ogni volta che ci imbattiamo nella possibilità di sbarazzarci di qualcosa, ci irrigidiamo. Sembra non si possa fare a meno di nulla, semmai c’è molto che ci serve ancora. Eppure, quando volenti o nolenti, ci liberiamo del superfluo, dopo un primo iniziale shock ci accorgiamo che non è cambiato nulla, anzi, forse qualcosa è variato in meglio. Improvvisamente, quando molliamo la presa e rinunciamo alle nostre pretese di prosperità, avvertiamo un senso di leggerezza, come se un ferro da stiro che era posato in petto, fosse stato rimosso. Se avete fatto una dieta, lo sapete. Quel misero cucchiaio d’olio che posate sulla vostra pietanza, se di buona fattura, quanto più gusto possiede. Condisce senza coprire. Esalta i sapori, non li annulla. Nessuno aggiunge lo zucchero se le fragole sono buone. Qualunque vero napoletano vi direbbe che il caffè si beve amaro o non potrete gustarne l’aroma. 

Il 2018 sarà un anno privo di zucchero, non perché triste ma perché vi condurrà al sapore originale delle cose. Siete invitati a scoprire la genuinità che è fatta di pochi, essenziali elementi. All’inizio vi potrà sembrare ben povera cosa ma presto capirete che, previa disintossicazione, state incontrando la purezza, l’eleganza della sobrietà, l’armonia del poco che sazia, che appaga senza inebriare. E’ l’acqua di sorgente che disseta senza bisogno di aggiungere altro. Non conta quel che avete messo da parte, è tempo di togliere tutto il passato. E ciò di cui dovete liberarvi non sono solo gli oggetti, che come degli stalker, vi osservano dagli scaffali, pronti a saltarvi addosso. Sono le ossessioni, i principi, le pianificazioni. Sono tutte le lettere dell’alfabeto che, umilmente, tornano nelle loro tane. Allora il silenzio, inteso come assenza, non sarà sinonimo di poco ma di più che sufficiente, di bastevole, di indispensabile che acquisisce tanto più valore quanto più ne comprenderete la rarità. Ed è lì, in quello spazio vuoto, che capirete chi siete, battito o cuore. Popolate questo silenzio con giravolte di gioia.

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