Parlando all’Artista, il poeta francese Jean Cocteau scrive: «Quel che il pubblico ti rimprovera coltivalo, sei tu». Io credo che questo non valga solo per gli artisti ma per tutti gli essere umani.
Allora, all’alba di questo nuovo anno, mi preme ricordarvi l’importanza di coltivare ciò che siete.
Credo che ognuno di noi sia, essenzialmente, ciò che gli
viene rimproverato di essere. Siamo i nostri difetti, i nostri azzardi, le
nostre proteste, i nostri pozzi ctoni, i nostri spigoli vivi. Siamo la nostra
ferita, tanto più quando essa duole, quando spruzza e sprizza – luce e calore. Noi
siamo in nostri errori e, troppo spesso, quegli errori non ce li perdoniamo,
dimenticando che gli errori sono il terreno fertile dove attecchiscono i semi
della nostra crescita. Siamo tutti implacabili giudici di noi stessi,
disorientati da un arrogante bellimbusto che in fondo conosciamo poco e niente:
l’Io oscuro che ci governa. E se, quell’oscuro straniero, lo abbiamo tradito,
per calcolo o per vigliaccheria, la resa dei conti ci attende, e ci sarà
sangue. Se invece lo abbiamo affrontato a viso aperto, senza distogliere lo
sguardo, possiamo contare su un armistizio o, addirittura, su un’alleanza. Ma
siamo tutti pronti a tradire il nostro Io per briciole di attenzione e
accettazione. Per piacere, per sentirci apprezzati, approvati, visti.
Allora ricordate: Piacere a tutti vuol dire non piacere
davvero a nessuno.
Vedete, c’è una verità elementare, senza la quale ogni ricerca di felicità fallisce: qualunque cosa farete o sarete, ci sarà sempre qualcuno che vi rigetterà in blocco. Qualcuno si leccherà i baffi con la vostra polpa e lascerà nel piatto la pelle e le ossa. Qualcuno andrà dritto al midollo e con accanimento succhierà. Qualcuno non vi capirà e qualcun altro, pur capendo, vi rifiuterà perché si sentirà in qualche modo accusato o delegittimato dai vostri esiti; vi rifiuterà perché anche lui ha il suo meccanismo di solitudine che non coincide col vostro, vi rifiuterà perché banalmente non gli piace il vostro sapore. Qualcuno però vi amerà. E coloro che vi amano quando vi mettete a nudo non sono più semplici ammiratori bensì – come dice Cocteau – «sono degli amici». *
Allora, ecco il mio augurio per il 2025: rinunciate agli
ammiratori e cercate gli amici. Rinunciate a piacere a tutti e coltivate ciò
siete, anche quando ciò che siete non riceve il plauso del pubblico, anche
quando ciò che siete si manifesta attraverso gli errori, anche quando ciò che
siete non è ciò che vi hanno detto che dovreste essere. Create un’alleanza con
il vostro Io oscuro e onoratelo senza distogliere lo sguardo, perché solo
l’accoglienza di quella parte oscura potrà condurvi al cospetto di voi stessi, integri
e non più spezzati.
Ed è vero, come dice C.S. Lewis, che non potete tornare
indietro e cambiare l’inizio, ma potete iniziare da dove siete e cambiare il
finale.
In questo 2025 io vi auguro di scrivere il vostro finale, comprensivo di tutti gli errori e di tutti i successi. Cercate la gioia che vi dà il fatto di sapere di aver vissuto nella vostra pelle.
G.
Nessun commento:
Posta un commento