Una delle più grandi perdite
della cultura occidentale è la concezione del tempo circolare. Il tempo lineare
è un costrutto umano non attinente alla natura delle cose, e il senso di
impermanenza e ineluttabilità insito al concetto occidentale di tempo condiziona
grandemente le nostre azioni. Quando non siamo costretti da un senso di
impermanenza, i nostri piani e le nostre decisioni, contrariamente a quanto si
pensa, possono essere più risoluti, più determinati. Se riuscissimo a vedere
l'eternità non come una freccia che vola, ma piuttosto come un serpente che
segue la sua stessa coda, capiremmo che ogni inizio è preceduto da una fine,
che ad ogni morte segue una rinascita e che la fenice risorge sempre dalle sue ceneri.
Di conseguenza, potremmo vivere senza paura, comprendendo che ogni conclusione
rappresenta solo un passaggio di transazione verso un altro stato di esistenza.
In quest'ottica nulla muore, nulla finisce e tutto ritorna, nel bene e nel
male, magari su piano o una forma diversa, ma pronto a farci evolvere nella
direzione più utile per noi. Cari Pesci, non temete di lasciare andare. Tutto torna,
e se abbiamo imparato la lezione, torna nel modo giusto.

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