Tanti anni fa lavoravo al punto informazione di un centro commerciale. Un giorno una signora orientale (direi giapponese ma chi può dirlo) venne da me con un evidente bisogno di aiuto, e mi disse due parole: email pepe. Solo queste due. Sono stata almeno un’ora a cercare di capire cosa volesse o come potessi aiutarla, dandole carta e penna, provando col linguaggio dei segni, i mimi, ma niente, lei continuava a ripetere sempre e solo quelle due parole: email, pepe. Alla fine, è andata via, comprensibilmente scoraggiata e senza aver ottenuto nulla. La domanda che mi pongo, allora, è: se qualcuno non capisce la lingua che parliamo è possibile trovare un nuovo linguaggio invece di continuare a non capirsi? Quante volte ripetiamo sempre la stessa cosa, con le stesse parole, anche di fronte all’evidenza che l’altro non sta capendo? E quante volte lo facciamo addirittura con noi stessi? Cari Toro, se quello che vi dite non sortisce effetti, provate a cambiare linguaggio, a rivolgervi a voi stessi con parole e toni del tutto nuovi.
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