Esiste una cosa che si chiama
‘narrazione interna’, o così la chiamo io; è un racconto che ci facciamo di
continuo su noi stessi, sugli altri e sul mondo, che ripetiamo sempre con le
stesse parole e gli stessi toni. “Non sono capace”, “Il mondo è cattivo”, “Mia
madre mi critica sempre”; “Sto benissimo da solo” o “Non so stare da sola”; sono
milioni le frasi precostituite su cui basiamo la nostra conoscenza del mondo,
noi compresi. Di fatto conosciamo solo quello che siamo disposti a vedere sulla
base di una griglia già formata. Allora, cari Arieti, vi invito a domandarvi: “Qual
è stata l’ultima volta in cui ho messo in discussione il mio modo di pensare?”;
“Che cosa farei, oggi, se non avessi già consolidato questo approccio alla vita?”;
“Quali nuove prospettive riesco ad intravedere nello scenario attuale che fino
ad ora ho ignorato?”. Provate a “rivoluzionare” il vostro modo di pensare e di
relazionarvi con gli altri, mettendo in discussione quello che già siete
convinti di sapere.
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