Esiste un nucleo paradossale e
potenzialmente conflittuale nell’espressione: “prendersi cura”. Infatti, in
realtà la cura si dà ma – seppure implicitamente – qualcosa ci riprendiamo
sempre indietro o, almeno, desidereremmo che ci ritornasse indietro. La fatica
della cura è sostenuta dalla capacità di chi la dà, ma è anche mantenuta e
rinforzata dal piacere e dalla gioia dei risultati che si ottengono. La
gratitudine verso chi ci dà, in qualsiasi forma venga manifestata (parole,
gesti o anche semplici segnali di riconoscimento) alimenta dunque in modo
virtuoso ogni relazione. Per poter manifestare gratitudine, chiunque di noi, però,
deve ancor prima avere avvertito e provato riconoscenza, cioè essere capace di
riconoscere il valore del gesto dell’altro. Cari Vergine, vi invito a chiedervi
fino a che punto riconoscete il valore dei gesti degli altri e in che modo
manifestate la vostra eventuale gratitudine.
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