Secondo
Kant la realtà pura rimarrà sempre inconoscibile all’uomo. Egli
aveva infatti capito che “invece di esperire il mondo come esso
realmente è là fuori, noi esperiamo la nostra versione
personalmente elaborata di quello che si trova là fuori; e che lo
spazio, il tempo, la causalità etc sono proprietà dentro di noi.”
Tenere conto di questo può fornirci una chiave di lettura, della
vita e degli altri, totalmente nuova, e indurci ad abbandonare i
nostri bisogni di sicurezza e ordine fondati su regole predefinite.
Cari Vergine, perché non allentare l’idea di come dovrebbero
essere le cose per abbracciare la possibilità di come esse sono? Vi
invito a mantenervi in sintonia con il miracolo dell’essere, a non
preoccuparci di come le cose siano, ma essere in uno stato di
stupore per il fatto che esse siano, che
esistono.
Esercizio:
osservate un tramonto in religioso silenzio.
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