Nel buddhismo viene spesso
ribadito un concetto, ossia che la gentilezza, più dell'austerità, è d'aiuto
nel cammino interiore. Il concetto viene sottolineato perché spesso chi si
dedica a un cammino interiore tende ad essere eccessivamente rigido, a partire
da sé e, ‘siccome sto facendo un cammino
interiore, devo essere bravo, comportarmi bene, essere migliore degli altri etc
etc.’ Allora i grandi maestri che – come si dice in gergo – non stanno lì a
smacchia’ i leopardi, hanno la saggezza di ricordarci che un cammino interiore
non può prescindere da una gentilezza, verso noi stessi e verso la vita,
gentilezza che prevede anche di errare, sia nel senso di sbagliare che di
perdere la strada, per poi ritrovarla (cosa che generalmente non avviene se
siamo impegnati a smadonnare per averla persa). Cari Acquario, è innegabile che
il cammino interiore, come qualunque cammino degno di essere percorso, sia
ricco d'ostacoli; per questo, ovunque vi stiate dirigendo, dal portare avanti
una dieta a iniziare un nuovo progetto, fate della gentilezza la vostra arma
migliore.
Esercizio:
create un manufatto che vi ricordi la gentilezza. Mettetelo in bella vista.
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