“Che il male che facciamo e non vogliamo, che il male che
facciamo ci ritorni centuplicato in bene. Centuplicato in bene. In bene. In
bene centuplicato. A noi tutti torni.” (M. Gualtieri)
Anche quest’anno volge al termine, col sollievo di alcuni e
il rammarico di altri. Tutti hanno avuto la loro dose di gioie e dolori, come
compete alla vita, e il nostro giudizio sull’anno che finisce è principalmente
legato a questo, al numero di più e di meno che abbiamo potuto registrare
nel bilancio. Questo passaggio da un
anno all’altro è sempre vissuto come una cesura, un taglio netto tra quello che
è stato e quello che sarà come se – magicamente – tutto quello che è successo
nel 2017 rimanesse di esclusiva competenza del 2017, un bagaglio in sé compiuto,
circoscritto, chiuso. Viviamo il capodanno come un trasloco in cui solo alcune
cose verranno trasferite mentre altre saranno dimenticate nella vecchia casa. Il
fatto è che non c’è frontiera tra un anno e l’altro e il bagaglio accumulato nel
vecchio ce lo trasciniamo nel nuovo senza soluzione di continuità. Qualunque piccolo
evento, infatti, è un seme piantato nel terreno che potrà germogliare o meno
(questo non ci è dato saperlo) ma di sicuro non è andato perso; tutto è rimasto
dentro di noi per essere masticato, deglutito, rielaborato; per divenire carne
della nostra carne, sangue del nostro sangue -
perché di tutto quello che viene e che va, l’esperienza è ciò che rimane. E se questo non vi consola è perché dimenticate che l’esperienza è la
nostra missione, il nostro unico vero obiettivo; siamo esseri in divenire e i
fatti, belli o brutti che siano percepiti, apportano nuova linfa alla nostra
crescita. E se non volevate crescere… bè, temo abbiate sbagliato pianeta.
Le cose – ed è questo che dobbiamo sempre tenere a mente – non
avvengono magicamente, per un misterioso allineamento d’astri ma sono il
risultato dei nostri pensieri, delle
nostre intenzioni e delle nostre azioni. Vi riporto - e mi riporto, come sempre, all’assunzione
di responsabilità, perché è vero che molti accadimenti sono al di là del nostro
volere, ma è altrettanto vero che come noi siamo in grado di reagire e decidiamo
poi di agire, è di nostra esclusiva
competenza; e ciò che posso garantirvi, al di là di ogni ragionevole dubbio, è
che come noi reagiamo e agiamo fa la differenza. È tutta la differenza.
È per questo che, alle porte di questo 2018, vi auguro, principalmente,
di trovare la forza, la motivazione e la tenacia di affrontare tutto quello che
c’è da affrontare ricordando che un anno in cui non si è né riso né pianto, è
un anno sprecato. Che il vostro cuore sia pura sostanza e non si dolga per un
poco di vento e qualche nuvola. G.
PS.: prima di passare alla lettura del non-oroscopo 2018, vi prego di leggere l'indispensabile premessa.
PS.: prima di passare alla lettura del non-oroscopo 2018, vi prego di leggere l'indispensabile premessa.
L'ho già scritto altrove ma ho piacere a ripeterlo: complimenti per questo blog, che aiuta, suggerisce, stimola, fa riflettere, a volte riesce addirittura a dare la spinta per non rimanere fermi nella stessa posizione per troppo tempo.
RispondiEliminaBellissimo lavoro, fatto evidentemente con il cuore.
sono d'accordo, infatti è "un oroscopo che non è un oroscopo"... ;-)
Eliminabuon proseguimento perciò!
Grazie!! :-)
EliminaGrazie mille! E' bello ricevere conferma di ciò che faccio. Non temere di ripeterti, dunque! ;-)
RispondiEliminaBuon anno!