1 gen 2018

Oroscopo 2018 - Ariete

Il paradosso della mia scrittura
sta nel voler essere affermativa,
nel voler caparbiamente trovare
armonia in mezzo a questi cocci.
                               M. Gualtieri


©Giovanni Auriemma
Cari Ariete, dopo 7 lunghi anni Urano esce dal vostro segno. Urano, Signore dei cambiamenti e degli stravolgimenti. Signore dell’anti-condizionamento, del non-tempo e del sovvertimento delle regole. Nessun vincolo per questo dio, anzi per questo titano, gigante figlio di Gea. Figlio e compagno, perché nella notte dei tempi non si andava tanto per il sottile. Egli è stato il primo e l’unico, l’Originale. Nessun modello pre-esistente ne ha corrotto la natura. L’aggettivo titano è oggi sinonimo di possente, riferito a opera o azione che sembra trascendere le forze e le possibilità umane: uno sforzo titanico, si dice, o un’impresa titanica. 

Ed è forse questa ciò cui siete stati sottoposti, chi prima chi dopo, negli ultimi anni. L’impresa titanica di sovvertire le certezze, di vedere buttate all’aria le regole del quieto vivere, del piccolo orticello in cui ci illudiamo di essere al sicuro. Chissà come lo avete vissuto, ognuno a suo modo immagino. Chi ha raso al suolo casa con un mega party ed è finito a ballare ubriaco sui tavoli, chi è rimasto seduto – attonito - sulle macerie di quanto è crollato. Ciò che bisogna comprendere, riguardo a Urano, è che non distrugge niente che non vada distrutto. O meglio, non distrugge niente che, di fatto, non sia già rotto da dentro. 

Urano spazza via ciò che veniva preservato nella forma senza che vi fosse sostanza. Ma quanto siamo attaccati noi alla forma! Ci teniamo le ceneri dei cadaveri sul comodino, pur di non rinunciare a un’illusione di continuità. E così arriva Urano e ti dice che non puoi, come un mitilo, rimanere attaccato allo scoglio per sempre. E forse voi pensate di non esserlo, attaccati, perché siete avventurosi, spavaldi, pronti all’azione, ma tutti siamo aggrappati, si tratta solo di capire a quale scoglio; forse è un’idea che ci eravamo fatti di noi che non siamo disposti a lasciare andare; forse un ideale, che non siamo in grado di coniugare con le contraddizioni della realtà; forse un’immagine che ci piace presentare al mondo; forse qualche sacra convinzione a cui sacrifichiamo tutto. 

C’è sempre un dio cui siamo disposti a sacrificare tutto, si tratta solo di riconoscerlo. E allora Urano, con la sua insofferenza ai vincoli, alle sudditanze, agli opportunismi, si fa avanti e ci obbliga a vedere cosa stiamo sacrificando, quale parte di noi abbiamo barattato per mantenere in piedi un’immagine. E lui scuote, scuote la terra, la fa vibrare con il più fragoroso dei terremoti, e tutto quello che non è riempito da dentro, che non ha basi, non ha sostanza, viene giù. Tutti i castelli di carta crollano. E non c’è dramma in questo, non c’è patimento. C’è invece una grande liberazione. C’è spazio. Nuovo spazio su cui costruire qualcosa di vero, di autenticamente corrispondente a ciò che siamo. E passeggiando tra le macerie vi accorgerete, forse con stupore, che qualcosa è rimasto in piedi. E Urano vi dice: questo è come devi ricostruire. Quando qualcosa è autentico, è saldo nel suo ergersi, nessun sconquasso lo butta giù.

Cari Ariete, la vostra trasformazione dovrebbe essere avvenuta, per scelta o per coercizione. Tutto quello che doveva essere spazzato via è stato fatto. E già un’opera di ricostruzione è principiata nel 2017, grazie al trigono di Saturno. Quello che vi resta da fare, nei prossimi mesi, sono gli ultimi accorgimenti, perché alla fine di una battaglia, così come di una festa, c’è sempre molto da sistemare. Ma poi è tempo di godervi la fine dello sforzo, il meritato riposo del guerriero o di fare una cerimonia di inaugurazione bene augurale. Il vortice ha smesso di girare, la giostra si è fermata, giusto in tempo perché non vi sentiste male, forse. Ora, quello che vi chiedo è di prendervi del tempo per riflettere su quanto avvenuto. Non lasciate che la vita vi conduca, dirigete voi il cavallo.

Quanto successo negli ultimi anni ha piantato dei semi. E vorrei che fossero semi di consapevolezza sul valore della vita, del rinnovamento, e del rinnovamento della vita. Niente nel cosmo è fermo. Anche i fiori si piegano al vento, e i girasoli ruotano seguendo il sole. Sappiate custodire il valore della flessibilità che verifica, senza timore, la sostanza delle certezze senza darle mai per scontate; siate pronti ad abbandonarle in qualunque momento qualora risultassero non più effettive. Siate autentici, qualunque cosa questo significhi per voi. Non abbiate paura di testare, costantemente, la vostra vita, le vostre scelte, le vostre relazioni, la vostra stessa identità. Chiedetevi e richiedetevi: è davvero questo ciò che voglio? Non date nulla per scontato, finanche la cosa più trascurabile: è ancora quello il vostro film preferito? Ogni cosa parla di voi e da ogni cosa voi traete indicazioni su chi siete e su cosa ancora potete diventare. Cercate caparbiamente armonia in mezzo ai cocci.

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