Dallo
spettacolo teatrale Giuramenti: Che
cosa è, io chiedo, questo sentire. Che cosa è questo piccolo animale che dorme
sempre e poi inaspettato si sveglia e vive in me. Come lo chiamo, come. Che lì
pare ci sia la radice, il seme del piangere, il seme dell’affratellare, il seme
del compatire e anche del sorridere. Che cosa è io chiedo. Dove è in me. Come lo
chiamo. E se non ho un nome come lo posso custodire e proteggere questo pezzo
di me, animale, ma anche immateriale, sottile, etereo, impossibile da governare.
Precipito a volte in quel suo dialogare col cielo, dialogare suo con stelle ma
senza parole. Mi dovrei vergognare di questo sentire? Di questo segreto animale
che porto in me?” Cari Pesci, non c’è vergogna in questo sentire, che è spugna
che assorbe. Siete i custodi del mondo. Accogliete con grazia e responsabilità
come fareste con un bimbo indifeso. Onorate il vostro sentire con altari di
pazienza e gratitudine.
Esercizio: Dipingete le uova sode con
versi di poesie.
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