1 gen 2019

Oroscopo 2019 - Acquario



«Ogni fiaba è uno specchio magico 
che riflette alcuni aspetti 
del nostro mondo interiore, 
e i passi necessari per la nostra evoluzione
 dall’immaturità alla maturità.» 
Bruno Bettelheim


La regina delle api, dei fratelli Grimm

“C'erano una volta tre principi, due di loro se ne andarono in cerca di avventure e finirono col menare una tale vita dissoluta che non fecero più ritorno. Il terzo, che era chiamato lo Sciocchino, andò in cerca dei fratelli, ma quando li trovò essi lo presero in giro perché egli, con la sua dabbenaggine, voleva riuscire dove loro avevano fallito. Tutti e tre si misero in cammino e giunsero prima a un formicaio, poi a un lago pieno di anatre e infine a un alveare. In tutte e tre le occasioni i due fratelli maggiori volevano nuocere agli animali, per accaparrarsi le uova delle formiche, arrostire le anatre e prendere il miele delle api, ma tutte le volte lo Sciocchino impedì loro di far male alle povere creature. I tre fratelli arrivarono a un castello in cui non v’era traccia di anima viva ma solo cavalli di pietra. 
      Giunsero a una porta con tre serrature: in mezzo alla porta c'era uno spioncino attraverso il quale si poteva vedere un omino grigio seduto a un tavolo. Lo chiamarono ed egli, senza dire una parola li rifocillò e li condusse in una stanza dove riposare. Il mattino seguente, l’omino andò dal maggiore e gli mostrò una lapide con su scritto tre imprese da portare a termine. La prima consisteva nel cercare, sotto il muschio nel bosco, mille perle. Se al tramonto ne fosse mancata solo una il principe si sarebbe trasformato in pietra. 
        E così accadde. Il giorno successivo, fu il turno del secondo che non ebbe più fortuna e si tramutò anch’egli in pietra. Il terzo giorno toccò allo Sciocchino che disperato si mise a piangere. Ma a quel punto arrivarono le formiche che aveva salvato e che si misero a lavoro trovando tutte le perle. Il secondo compito consisteva nel ripescare dal lago una chiave e le anatre che aveva sottratto alla morte, ripescarono per lui la chiave sul fondo. Nella terza impresa, in cui doveva riconoscere quale tra tre principesse avesse mangiato del miele, lo sciocchino fu aiutato dalle api. Fu così che ogni cosa fu liberata dal sonno e chi era di pietra riacquistò la forma umana e i tre fratelli sposarono le tre principesse.” (Se volete leggere la fiaba per intero: La regina delle api)

La regina delle api è una fiaba meno nota dei fratelli Grimm ma densa di significati perché ci parla dell’integrazione di tutte le parti della nostra natura, istinto, ragione ed emozioni. Sembra dirci che la testa, senza il cuore, è poca cosa. Di più, sembra dirci che la testa, da sola, può portare alla disfatta e tramutarci in pietra.

Cari Acquario, voi siete i principi della ragione, la mente è la vostra eccellenza ma di fronte a voi, nello zodiaco, si trova il Leone, segno del cuore per antonomasia. Egli è lì per ricordarvi qualcosa, come un monito. I due fratelli mancano completamente di umanità e si affidano soltanto alla testa, denigrando Sciocchino perché non è intelligente. Privi di cuore, non sanno tener conto del mondo che li circonda, e la mancanza di compassione li induce alla crudeltà. Sciocchino invece, si affida all’intuizione e grazie a un sentimento di umanità impedisce ai fratelli di arrecare danno alle povere bestiole. Sentimento e istinto lo salveranno.

La fiaba ci ricorda che solo quando la natura istintiva (che induce Sciocchino a proteggere gli animali) viene totalmente accettata e integrata possiamo divenire essere umani completi e comprendere che quella parte a lungo rimossa è una risorsa vitale su cui fare affidamento.

Non vi sto invitando ad assoggettarvi alla parte istintiva della vostra natura, ma vi chiedo di riconoscerla e rispettarla, perché quando non onoriamo tutte le parti di noi, esse ci danno battaglia, facendoci perdere la strada, come i principi che non fanno più ritorno. Quest’anno potreste ricevere innumerevoli intuizioni e le intuizioni, per loro natura, poco hanno a che fare con la logica razionale. A dire che anche ciò potrebbe apparire illogico (Sempliciotto che riesce laddove i fratelli hanno fallito), può avere un senso, una logica sottesa diversa da quella evidente.

I due fratelli, insensibili a tutto tranne che ai loro desideri, vengono tramutati in pietra, simbolo della mancanza di una vera umanità. D’altro canto, anche Sempliciotto, inizialmente, si dimostra incapace di soddisfare le esigenze della realtà, simboleggiate dagli incarichi che gli vengono assegnati. È solo grazie agli animali che porterà a termine le tre prove. La fiaba ci rivela dunque che solamente conquistando una personalità integrata, si possono realizzare imprese simili a miracoli. La personalità integrata qui si manifesta negli elementi simboleggiati dagli animali che lui protegge: la terra delle formiche, l’acqua della anatre e l’aria delle api, ossia l’istinto, le emozioni e l’intelletto. A dire che solo la cooperazione di tutti gli aspetti della nostra natura conduce al successo impedendoci di perdere la strada, ossia il nostro progetto evolutivo.

Quest’anno vi invito allora a non perdervi lungo il cammino, a perseguire la vostra strada, il vostro progetto. Ma, come ogni strada che si rispetti deve avere un cuore. Allora, come dice Don Juan, domandatevi: questa strada ha un cuore? E’ l’unico interrogativo che conta. Se ce l’ha, allora è una buona strada. Se non ce l’ha, è da scartare. Guardate ogni strada attentamente e deliberatamente; tutte le strade sono uguali, non conducono in nessun posto. Perciò dovete sempre tenere presente che una via è soltanto una via, una tra un milione di strade possibili. Se sentite di non doverla seguire, non siete obbligati a farlo, in nessun caso. Non è un affronto a voi stessi o ad altri abbandonarla. Ma se sentite che ha un cuore, allora non abbiate paura. Forse non sarà la più logica, o la più sensata. Forse non è la più intelligente, la più furba o la più veloce, ma sarà la più semplice da seguire perché amarla non vi costerà fatica. E se saprete proteggere i vostri istinti dalla crudele freddezza dei fratelli intelligenti, accettando di piangere nei momenti di sconforto; se saprete immergervi, come le papere, nella profondità delle acque, lasciando all’ape regina (il cuore) di indicarvi la scelta corretta, allora non una ma mille strade vi si apriranno e voi saprete sempre dove trovare il vostro cuore.

Ringrazio Lidia Fassio per il suo studio sulla fiaba che è stata fonte di ispirazione.


2 commenti:

  1. Questa strada ha un cuore? Mi sono commossa veramente intenso e toccante. Grazie per questi auguri per un viandante cercatore come me saranno preziosi consigli.

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    1. Prego viandante cercatore. E che la strada ti porti lontano...

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