Clicca per leggere l'introduzione all'oroscopo annuale 2019: Perché le fiabe?
«Ogni
fiaba è uno specchio magico
che
riflette alcuni aspetti
del
nostro mondo interiore,
e i
passi necessari per la nostra evoluzione
dall’immaturità alla maturità.»
Bruno
Bettelheim
Il
brutto anatroccolo di Hans Christian
Andersen

Il brutto anatroccolo mette in luce
alcune delle difficoltà che ciascuno di noi incontra nel difficile e precario
percorso di identità. È un cammino pieno di ostacoli, contraddizioni e
tentazioni di omologazione al ‘gregge’, di prove da superare per giungere
all’ambita mèta: scoprire chi siamo. Molte delle nostre sofferenze nascono dal disperato
tentativo di identificarci con cose che non ci corrispondono proprio come il
nostro anatroccolo fa con le oche, la gallina e il gatto. A un certo punto,
egli si augura addirittura di poter solo vivere tranquillamente come anatra, ma
sa che non gli è permesso. Nessuna di queste cose è il suo vero Io.
Cari Toro, quando si resta troppo a
lungo in qualcosa che non ci corrisponde, la sofferenza diviene massima, ci
rinchiude in noi stessi in un luogo freddo, gelido come l’inverno. E’ qui che
si rende indispensabile un abbandono o una fuga. L’erranza è un tema fondamentale
da un punto di vista psicologico. È l’errare, (sia nel suo senso di vagabondare
che in quello di sbagliare) che conduce infatti, al raggiungimento di una vera
identità. Il nostro piccolo eroe va a cercare al di fuori del proprio ambiente
una ragione per essere e per vivere, ed è così che lui cambia il suo destino:
non restando dove è, trovando il coraggio di esplorare nuove possibilità.
Anche a voi, quest’anno, con l’arrivo
di Urano, potrete trovare il coraggio di esplorare nuove possibilità che, verosimilmente,
vi condurranno alla scoperta di insolite parti di voi, necessarie ad arricchire
e completare la vostra identità. Uno degli aspetti più interessanti di questa
fiaba è che ci ricorda che il cammino di accettazione di sé è un fatto
esclusivamente personale. Continuare a non riconoscervi, a non darvi valore in
attesa che sia il mondo ad attribuirvelo, significa destinarvi alla sofferenza
o, se vi va bene, all’insoddisfazione. L’anatroccolo pone fine alla sua
ricerca, trovando il suo posto nel mondo, nel momento stesso in cui si vede
riflesso nello stagno; solo così capisce di essere un cigno. È dunque lui che
scopre la sua vera natura, nessuno gliela rivela. E nel momento in cui lui si
vede, allora avviene anche il miracolo esterno (e non viceversa). Infatti, alla
sua accettazione corrisponde l’accettazione degli altri cigni che gli si
accalcano attorno a fargli festa mentre i bambini si complimentano dalla riva
per la sua bellezza.
Egli ha accettato la sfida e l’ha
superata. Accettare la sfida è un passaggio importante, che vi consente di non
continuare a vivere passivamente le difficoltà e non portarvi dietro il passato
come una inutile valigia pesante; consiste anche nel non accettare più
l’immagine negativa (negativa in quanto non autentica) che gli altri vi hanno
rimandato ma andare a trovare la vostra immagine, lavorando sulle
caratteristiche e su quei tratti personali che caratterizzano l’identità unica
e speciale che vi appartiene.
La trasformazione infatti, in questa
favola, sta nel poter finalmente scoprire la propria verità, la verità su se
stessi senza più accontentarsi del riflesso degli altri che è, spesso, una
fotocopia sbiadita di chi siamo veramente. Così, se avrete il coraggio di
guardare voi stessi, potrete scoprire qualcosa di veramente importante: che
siete cigni aggraziati e luminosi. Ma per conoscere quello che siete è
necessario non aver paura di ammettere tutto quello che non siete, anche se
questo significasse distinguervi e affrancarvi da ciò che avete sempre ritenuto
importante ma che, probabilmente, vi tiene incatenati. Quest’anno comincia il
viaggio per spezzare le catene.
L’analisi di questa fiaba si ispira a
un articolo di Lidia Fassio.
Clicca qui per leggere la solita ma indispensabile premessa agli oroscopi annuali.
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