E se Il Giudizio parlasse…
"…quando
vagavi in fondo all'abisso, io non mi dimenticavo di te. Ora posso entrare in
contatto con te, ma piano piano, con una dolcezza e una pazienza infinite,
perché sono troppo forte. Puoi unirti a me se sei stato preparato, se hai
compiuto il viaggio nelle profondità del tuo essere, se hai conosciuto tutte le
sfaccettature della tua mascolinità e femminilità e le hai riconciliate,
riequilibrandole.
Ti
apporto la luce di tutti gli universi.
La
mia potenza richiede che tu abbia fatto la pace con te stesso, che dal profondo
del tuo inconscio abbia iniziato a crescere l'Albero nuovo. Che tutto il tuo
essere si trovi immerso in una preghiera infinita, che ciascuna delle tue
cellule sia in pace. E che tu sia, come i personaggi, nudo, nella piena fiducia
e nella piena accettazione di quanto v'è di più elevato. Senza la divinità non
posso esistere.
Quando
l'essere diventa davvero un bambino fiducioso, tranquillo, soltanto allora
posso apparire, come la certezza totale, come il richiamo che risuona dal
principio dei tempi. La mia musica, essenza divina della parola, ti ispira il
desiderio imperioso di elevarti. Ridesta tutto quello che stava dormendo,
resuscita tutto quello che era morto, spalanca i sepolcri sigillati (…)
Sono
il risveglio, il miracolo che si compie all'interno del tuo essere.
Irresistibile
certezza. Quando rispondi alla mia chiamata, ciascuna delle tue azioni è come
un ordine che ti viene dato da me. Non esistono più dubbi. Ti metti a fare, a
pensare, ad amare, a vivere, a desiderare in piena sintonia con la volontà
divina. La vita vale la pena di essere vissuta, tutto si compie nella calma,
nella meditazione, nella benevolenza e nella gioia.”
(La via dei
Tarocchi, A. Jodorowsky)
Il Giudizio è l’ultimo arcano
prima de Il Mondo, carta che chiude il gioco dei tarocchi. In termini di
crescita personale è una carta importante perché è posizionata a un passo dalla
fine del percorso evolutivo rappresentato dai 22 arcani. È come l’Acquario in
astrologia, l’anticamera della chiusura del ciclo. Questo è già un indizio rilevante
del potenziale simboleggiato da questa carta, giacché per arrivare fino in
fondo bisogna affrontare un lungo cammino interiore. Innanzitutto dobbiamo fare
la scelta di intraprendere il viaggio (Le Mat), cosa affatto facile. Poi dovremo
superare una serie di prove ed ostacoli, il più importante dei quali è forse il
compimento di una vera trasformazione interiore, che richiede l’abbandono del
vecchio Io in favore di un nuovo modo di essere (Arcano XIII). Successivamente ci
verrà chiesto di saper resistere alle tentazioni, sopra a tutte quella di
abbandonare il cammino intrapreso in favore di circostanze più facili o più convenienti
(Le Diable).
Il percorso è lungo e impervio,
non privo di gioie, ma comunque difficile e il più delle volte richiede una sorta
di fiducia arbitraria nella vita che non può essere dimostrata ma solo
esperita. Questa fiducia a un certo punto dovrà trasformarsi in un vero e
proprio affidamento, che oltrepassa il nostro concetto di possibile e
impossibile (o di giusto e sbagliato) e procede verso la mèta senza certezze
che plachino i dubbi. Quando si parla di cammino evolutivo ci si riferisce a
questo, a un percorso fatto di indizi e impedimenti in cui niente è certo, fino
a quando, ma solo alla fine, tutto prende forma. A molti di noi ciò appare
impossibile e, di fatto, la grande prova di tutto il cammino è proprio credere
che non lo sia.
Nessuno vuole abbandonare la
propria convinzione di ciò che è meglio e di ciò che è peggio, e sono ancor
meno gli individui disposti a mettere da parte il proprio ego per porre fine
alla schiavizzante pretesa di controllo.
Siamo tutti assoggettati alla cieca
convinzione di come le cose dovrebbero andare, e tale asservimento ci impedisce
di accogliere le cose così come sono, ingabbiandoci in uno stato di
risentimento sotterraneo e persistente che rende impossibile indovinare le infinite
possibilità che si celano dietro gli accadimenti, quando la vita non va secondo
le nostre convinzioni.
Cari Bilancia, Il Giudizio è una
promessa di rinascita, di risveglio; egli apporta ‘la luce di tutti gli
universi’ e ispira un desiderio di elevazione. È un miracolo che si compie
all’interno del vostro essere nella piena fiducia e accettazione di quanto v’è
di più elevato, e vi invita ad essere ciò che siete sempre stati, esseri
divini.
Tuttavia, egli insegna, ciò
richiede che voi abbiate fatto pace dentro di voi, che siate disposti a
compiere il viaggio nella profondità di voi stessi e che dal profondo abbia
iniziato a crescere l’Albero nuovo. Ma, soprattutto, vi ricorda l’importanza che
il vostro essere si trovi immerso in una preghiera infinita, ossia in una
condizione di umiltà che sappia riconoscere e accettare che esiste molto di più
di quello potete sapere o credere di sapere. Solo allora, spogliati dell’orgoglio
dell’onnipotenza, della piccola, patetica contabilità umana, fatta di pro e contri,
di possibile e improbabile, solo allora - nella piena fiducia di quanto v’è di
più elevato - il Senso di tutto potrà apparire come certezza totale.
Dolcezza e pazienza infinite sono
i requisiti di cui avete bisogno; la pazienza di accogliere la vita nella sua
forma imprevista e - a volte - indesiderata, e la dolcezza di prendervene cura
affinché ne consegua qualcosa di stra-ordinario, di intimamente autentico e di
veramente vostro.
Perché l’opera alchemica si avveri,
è necessario ridestare tutto quello che stava dormendo, resuscitare tutto
quello che era morto e spalancare i sepolcri sigillati. Solo allora il
risveglio sarà intrapreso e il miracolo potrà compiersi dentro e fuori di voi.
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