A voi, Acquario, dedico la quinta fatica di Ercole,
L’Uccisione del Leone di Nemea.
In questa fatica Ercole deve liberare Nemea da un terribile leone che devasta la città. In attesa della sua prova, il nostro Eroe si domanda, nel profondo del suo cuore: “Cosa faccio qui?” Gli risponde il Maestro: “Un appello di profonda angoscia è risuonato. Le tue orecchie esterne non hanno risposto al richiamo, ma il tuo orecchio interiore ne conosce bene la necessità, perché ha udito una voce, anzi, molte voci che ti parlano del bisogno e ti spronano ad avventurarti. Il popolo di Nemea cerca il tuo aiuto. (…) Và, cerca il leone che devasta la terra. La gente di questa terra devastata vive silenziosamente dietro porte sbarrate. Non si arrischia ad uscire. Il leone si aggira furtivo e ghermisce tutti coloro che incontra sul suo cammino.” Ercole, udito ciò, lascia cadere la pesante armatura, trattenendo solo la clava. “Tutta questa bella raccolta d’armi mi appesantisce, ritarda la mia sveltezza ed ostacola la mia partenza per la Via. Con questa clava e con cuore intrepido, andrò per la mia via a cercare il leone. Il popolo di Nemea sta nascosto dietro le porte chiuse, saluta Ercole con gioia, ma poi esprime perplessità vedendo che viaggia senza armi e con scarsa conoscenza delle abitudini del leone. “Dove sono le tue armi, o Ercole? Non hai tu paura? Perché cerchi il leone senza difesa? Il leone è forte e feroce e numerosi sono quelli che ha divorato. Perché correre tale rischio?” Ma senza rispondere, Ercole continua la sua ricerca, cercando le orme del leone e seguendone il ruggito, senza paura e tuttavia spaventato, solo e tuttavia non solo, perché sulla pista che segue altri lo accompagnano con speranza, sebbene tremanti di paura. Per giorni e notti cerca, ascoltando il ruggito del leone.
Ad un tratto scorge il Leone che,
vedendolo Ercole, ruggisce. Ercole rimane fermo e afferra il suo arco e scocca
una freccia che cade a terra senza ferirlo. Il leone, inferocito, avanza verso
di lui. Gettando l’arco a terra, Ercole gli corre incontro gridando e il
leone, sbalordito da tanta prodezza, fugge. E, mentre Ercole avanzava, il
leone scompare. Ercole si ferma e resta in silenzio. Cerca da tutte
le parti, e improvvisamente si trova presso un antro da cui proviene un
poderoso ruggito. Entra nella caverna, l’attraversa tutta, ed esce alla luce
del giorno da un’altra uscita, senza trovare il leone. Fermandosi, ode il leone
dietro di lui, non davanti. “Che cosa devo fare?” si chiede Ercole. “Questa
caverna ha due aperture; quando entro da una parte il leone esce dietro di me.
Cosa devo fare?” Mentre si guarda intorno, scorge alcune cataste di legno e
pali. Spingendoli e trascinandoli blocca i due lati della caverna chiudendosi
nell’antro assieme al feroce leone. Poi si volta e lo affronta. Afferra
il leone con le mani tenendolo stretto e soffocandolo. Il fiato della belva
investe il suo viso, ma egli continua a stringergli la gola, fino a strozzarlo.
Il ruggito d’odio e di paura si fa sempre più flebile, ma Ercole mantiene la
stretta. E così uccide il leone con le sue mani, senza armi; lo scuoia e ne
mostra la pelle alla gente fuori dalla caverna. “Il leone è morto”. Il popolo è
libero. Non vi è più paura.’’ E dalla Camera del Consiglio giunse una voce: LO
SO. L’impresa è compiuta.
Cari Acquario, il 2025 è l’anno
in cui potete uccidere il Leone, ossia affrontare la vostra paura primaria. Come
ci mostra il mito, la paura va affrontata a mani nude, e va stanata perché
inizialmente non è facile individuarla. La paura è figlia della personalità che
è una parte fondamentale di ciò che siamo. Ma la personalità, quando non è domata
ed è libera di scorrazzare, come il Leone di Nemea, può essere molto pericolosa.
La personalità indomata è rumorosa, ruggisce e – ruggendo – ottiene sudditanza.
Eppure, il mito ci mostra che, quando Ercole invece di indietreggiare va
incontro al leone, questo scappa e si nasconde tanto che Ercole fa fatica a
trovarlo. Il Leone è temibile e spaventoso ma non ha alcuna intenzione di farsi
trovare da Ercole perché, badate bene, lui fa razzia solo degli uomini che non
lo cercano; se un uomo lo cerca, lui si nasconde. Come il Leone, la paura è molto
più forte quando la ignoriamo, ma se entriamo nella caverna e abbiamo il
coraggio di affrontarla, essa si indebolisce. Ora, tutti abbiamo paura, e di
tante cose diverse. E, sia chiaro, non c’è nulla di male nella paura che, come
tutte le emozioni, ha una funzione molto specifica. Il problema si pone quando
la paura, invece di essere una semplice emozione che viene, ci dà un messaggio
e passa, diventa uno stato d’essere, un tiranno. Sono moltissime le persone che
vivono nella paura, come fosse la regione di una mappa dove hanno preso
la residenza. E da lì, non si muovono. Non è importante quale sia la paura, perché
per lo più è la paura nei confronti della vita stessa, del futuro: le
preoccupazioni per cosa accadrà o non accadrà, se ce la faremo oppure no. La
nostra personalità ha paura di tutto, tanto del fallimento quanto del successo,
perché fondamentalmente ha paura di perdere il controllo e, con questo, ci
padroneggia.
La personalità non comprende che muoversi
nella direzione del proprio destino significa percorrere una via vergine ossia
un via che nessun altro ha percorso prima di noi, perché ognuno ha la propria strada
da percorrere che è diversa per ciascuno; perciò, è impossibile sapere cosa ci
aspetta. Quindi, quando decidiamo di scegliere la via della realizzazione, non
possiamo basare le nostre scelte su delle previsioni. Il percorso evolutivo
prevede una fase in cui ignoriamo dove stiamo andando, ed è proprio quello che
ci spaventa e che fa ruggire il leone. Ma quando ci ostiniamo a voler
controllare tutto, pretendendo di sapere cosa succederà, e di tenere le redini
degli eventi, abbiamo come unico risultato di rimanere fermi, bloccati nelle
case come gli abitanti di Nemea dal ruggito del leone.
Gli uomini di Nemea “esprimono
perplessità vedendo che (Ercole) viaggia senza armi e con scarsa conoscenza
delle abitudini del leone” ma Egli va. Non sa cosa farà, ma procede. Sia
chiaro, non vi sto esortando ad essere incoscienti, vi sto chiedendo di
affidarvi a qualcosa di diverso dalla mente razionale. Se rimanete sul piano
mentale, l’ignoto vi spaventerà sempre, la mente vuol sapere, vuole il
controllo. Ma esiste uno strumento più potente della mente razionale che è
l’intuizione. Quando si tratta di affrontare la paura, di correre dei rischi
per perseguire la realizzazione della propria felicità, dobbiamo affidarci
all’intuizione, e capire che l'ignoto fa parte del percorso ed è un ostacolo
che dobbiamo superare. Serve il coraggio di fare il salto e l'intuizione è
l'asta che ci permette di fare quel salto. Quest’anno voi potete fare quel
salto.
La prima cosa che vi serve è: porvi
la giusta domanda. Ercole, all’inizio, si chiede: Che ci faccio io qui? Non
lo sa, perché non ascolta la voce interiore (Le tue orecchie esterne non
hanno risposto al richiamo, ma il tuo orecchio interiore ne conosce bene la
necessità). Per uccidere il leone, dovete sentire il ruggito, dovete
ascoltarvi e accorgervi di ciò che non va dentro di voi. Poi bisogna che
affrontiate il leone senza lasciarvi spaventare. A quel punto, molto probabilmente,
per un po' il leone sparirà dandovi forse l’illusione che è tutto a posto, che
il problema è risolto. Non lasciatevi ingannare. Il nostro ego è molto bravo a
camuffarsi, indossando i panni che più ci aggradano. Continuate a indagare le
vostre paure, aguzzate l’orecchio interno per cogliere il ruggito e trovare la
caverna. E, una volta trovata, chiudete tutte le uscite e affrontate la lotta a
mani nude. Non è facile affrontare le proprie paure ma è ancora più difficile individuarle
perché, quando decidiamo di affrontarle, come il leone si nascondono abilmente.
Andare a cercare il proprio leone, non è una cosetta da nulla, vi costringe a
fare i conti con aspetti della vostra personalità che sono ben consolidati;
così ben consolidati che li confondete con la vostra identità, e che invece
stanno limitando enormemente ciò che siete.
Ma che significa fronteggiare la
paura? Significa andarle incontro, smettere di indietreggiare. Significa vivere
l'esperienza che temete di non saper vivere. Il punto è: se indietreggiate
sempre non supererete mai la paura, quindi sarà necessario che, a un certo
punto, voi troviate il coraggio di osare. La paura ha una vibrazione molto
densa e più ci pensate, più diventa densa però, se cominciate a sintonizzarvi
con la possibilità di affrontarla, qualcosa dentro di voi cambia. Nell'oroscopo
dello scorso anno sul Viaggio dell'Eroe, vi avevo collocato nella fase del Rifiuto
della Chiamata; bene, quest'anno è arrivato il momento di accettare la Chiamata,
attraversare la soglia ed entrare nella Caverna. Quello che forse ignorate, è che,
quando scegliete di superare la soglia, e vi sintonizzate sulla possibilità di
affrontare la paura, l'Universo, con la sua infinita saggezza, si attiva per
sostenervi. Quando date il segnale che siete pronti a intraprendere il passo,
lo Spirito che alberga in ogni cosa contribuisce a darvi tutto il supporto che
quel momento richiede, e vi invia gli alleati di cui avete bisogno. Ma se, per
fare il vostro passo, continuerete ad aspettare che le condizioni ideali si
verifichino, probabilmente attenderete per sempre. Questa fatica parla di
affrontare la Paura, pertanto non possono esserci né certezze né garanzie di
successo, solo fiducia nel significato profondo di tutto ciò che accade.
Quest’anno dovete capire che
affrontare il Leone è una necessità e, se volete avanzare, non potete fingere
di non sentire il ruggito. Ma dovete anche capire che i veri alleati di questo
viaggio forse non sono quelli che pensate, e su cui siete soliti fare
affidamento, come la mente razionale; il vostro alleato più potente è
l’intuizione. Se vi affidate alla mente logica, non andrete mai nella caverna
perché la paura è troppo forte per il piano mentale; vi serve un alleato più
potente, come l'intuizione, che vi dice: vai! Affronta e vedrai che poi la vita
ti aiuta. Senza quest’informazione, il Leone rimane a governare la vostra vita e
a terrorizzare il popolo di Nemea dove nessuno si azzarda ad uscire. All'inizio,
naturalmente, non potete sapere come, questo supporto, arriverà. Arrendetevi, non
lo sapete. Non lo sapete e non potete pensare di avere il controllo su qualcosa
che non sapete. Ciò che potete imparare quest’anno è che, se pensate di voler
già avere il controllo su come andranno le cose, ostacolerete quello che deve
verificarsi. Il vostro compito è imparare ad accettare che non avete i
controllo e che, nonostante ciò, volete andare avanti, fare il salto, compiere
il passaggio (qualunque esso sia). Ed è l’intuizione che vi dice quando, non le
circostanze, che invece si realizzeranno quando voi avrete deciso di andare. Allora,
chissà quando vi deciderete a entrare nella vostra caverna e ad affrontare il
vostro Leone! Chissà quando avrete voglia di farlo. Nessuno può dirlo. Ma ciò
che posso dirvi, per certo, è che, quando sarete disposti a seguire il ruggito
ed entrare nella caverna, la vita si coagulerà attorno a voi, materializzando
ciò di cui avete bisogno e dandovi la possibilità di fare quel salto. Perché,
come dice la fatica: Io son quello e quello sono io, e questo è l’inizio
della visione di qualcosa di diverso dentro di voi.
TORO - La Cattura delle giumente antropofaghe
GEMELLI - La cattura del Toro di Creta
CANCRO - L’uccisione di Cerbero, il Guardiano dell’Ade
LEONE - La Pulizia delle Stalle di Augia
VERGINE - La Cattura del Cinghiale di Erimanto
BILANCIA - L’uccisione degli uccelli di Stinfalo
SCORPIONE - a raccolta dei Pomi Aurei delle Esperidi
SAGITTARIO - La Distruzione dell’Idra di Lerna
CAPRICORNO - Il Cinto di Ippolita
ACQUARIO - L’Uccisione del Leone di Nemea
PESCI - La Cattura della Cerva
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