Cari Sagittario, ciascuno di noi
deve affrontare la propria Idra. Tutti abbiamo un mostro che vive nell’oscurità
e che danneggia i campi. In realtà più di uno, e dobbiamo fare questo viaggio
nel pantano più e più volte, nel corso della vita, per affrontare e sconfiggere
le numerose Idre con cui dobbiamo confrontarci. Niente di nuovo, niente di
male, niente di irreparabile. Tutti, di tanto in tanto, ciclicamente, dobbiamo
fare un viaggio a Lerna e ripulire la fonte. Quest’anno è il vostro turno. Se
dovessi dedicarvi un arcano dei tarocchi sarebbe l’Eremita, colui che illumina
il passato. E prima dell’Eremita metterei il Diavolo, che è l’Idra da
sconfiggere, da depotenziare illuminandola. E dopo l’Eremita metterei l’Arcano
XIII, a ricordare la necessità di un cambiamento, di una trasformazione che prevede
la morte di qualcosa, del mostro a nove teste. Innanzitutto, questa fatica vi
ricorda che, se non ci mettete del vostro, l’Idra non si palesa. Se ne sta,
zitta zitta, nascosta nella sua tana. Quindi vi viene richiesto uno sforzo
attivo, ossia un’intenzione reale di voler stanare il mostro. Ercole, per
farlo, lancia delle frecce infuocate che rappresentano, tradizionalmente,
l’intuizione. Le frecce sono l’intuito, il fuoco è l’energia vitale e creativa
indispensabile a un’impresa di tale portata. Poi, la fatica vi ricorda che la
forza bruta (la critica, il giudizio, la colpa, l’intransigenza, la condanna)
non fa che potenziare l’Idra. Altre teste proliferano dove una viene staccata,
ciò a dire che, se andate con la lama tagliente del giudizio verso le vostre
parti oscure, l’unico risultato che otterrete sarà di renderle ancora più
oscure, maleodoranti e pericolose. La fatica vi da, inoltre, il più prezioso
degli indizi, ossia cosa fare. Come Ercole, che inginocchiato, eleva l’Idra
nell’aria, innalzandola dal terreno ed esponendola ai raggi del sole, così
anche voi dovrete innanzitutto inginocchiarvi, ossia coltivare l’umiltà,
qualità estremamente difficile da incarnare. Non basta astenersi dal vanto e
dall’orgoglio per essere umili. L'umiltà di cui parla questa fatica si
riferisce alla nostra capacità di accettare profondamente e autenticamente che
non siamo perfetti, che abbiamo paura, che ci sono parti di noi di cui ci
vergogniamo, ma soprattutto che la vita e l’universo ne sanno molto più di noi e
quindi che dovremmo smettere di lamentarci. Allora, ecco una domanda per voi: potete
smettere di lamentarvi? E potete riprendervi tutto ciò che di più orrendo c'è
dentro di voi ed esporlo alla luce perché avvizzisca naturalmente?
Il 2025 è l'anno in cui vi viene
chiesto di fare i conti con il vostro potere e di osservare, con grande
coraggio, quanto spesso, come, e a chi, siete disposti a cederlo in cambio di
qualcosa: forse un'immagine di voi, forse un illusorio senso di sicurezza,
forse un'idea che non volete lasciare andare, forse una comodità. O forse una
responsabilità che non vi volete assumere perché ve ne siete già assunte
troppe, ma forse vi siete assunte quelle sbagliate. La nostra Idra interiore si
nutre delle nostre scelte sbagliate, soprattutto quando queste sono
imbellettate da ragionamenti profondi e sensati. Quest'anno vi viene chiesto di
mettere in discussione tutte le convinzioni che fanno da impalcatura alle
vostre scelte e di riesaminarle per accertarvi che queste convinzioni, così
salde, non siano una forma di incantesimo che da troppo tempo vi ripetete come
un mantra, e che vi impedisce di vedere una realtà alternativa a quella che
state vivendo. Avete la possibilità di ribaltare i vostri parametri osservando
le cose sotto una luce diversa, esattamente come l’Idra, ma per farlo è
necessario che cambiate prospettiva, ossia che vi inginocchiate, magari
guardando le cose dal basso verso l'alto piuttosto che dall'alto verso il basso.
Siete chiamati a sopportare l'orribile fetore che emanerà dalla approssimarsi a
queste parti di voi che troppo a lungo avete celato e che temete. Dovrete fare
attenzione a non rimanere impantanati nelle acque fangose delle vostre zone
ombra, e ad affrontare questa fatica mossi da un'intenzione di bene che non è
quella di aggredire le vostre parti rinnegate ma di riconoscerle, portandole alla
luce, affinché esse possano placarsi. Il vostro compito è, infine, quello di individuare
la testa immortale, ossia la radice prima di tutte le altre teste che sono le vostre
paure declinate sotto tante forme diverse come orgoglio, giudizio, incertezza,
avidità, saccenza o lamentela. Il vostro compito è affrontare ogni singola
testa senza staccarla, osservandola con amorevole attenzione, ma senza
indulgenza, ed esporla al beneficio dell'aria, ossia della mente riflessiva che
osserva, conosce e classifica. Testa dopo testa, arriverete alla testa mistica,
la ferita immortale, che potrete finalmente afferrare e sottomettere onorandola
con una degna sepoltura. Ed allora, solo allora, vi ritroverete avvolti in una
calma radiosa.
TORO - La Cattura delle giumente antropofaghe
GEMELLI - La cattura del Toro di Creta
CANCRO - L’uccisione di Cerbero, il Guardiano dell’Ade
LEONE - La Pulizia delle Stalle di Augia
VERGINE - La Cattura del Cinghiale di Erimanto
BILANCIA - L’uccisione degli uccelli di Stinfalo
SCORPIONE - a raccolta dei Pomi Aurei delle Esperidi
SAGITTARIO - La Distruzione dell’Idra di Lerna
CAPRICORNO - Il Cinto di Ippolita
ACQUARIO - L’Uccisione del Leone di Nemea
PESCI - La Cattura della Cerva
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