31 dic 2024

Leone - oroscopo 2025


A voi, Leone, dedico l’undicesima fatica di Ercole, 

La Pulizia delle Stalle di Augia.



“Avendo acceso la propria lampada, Ercole deve ora apportare la Luce agli altri”, così inizia la nostra storia. Dice il Maestro ad Ercole: “Lungamente hai inseguito la luce che, dapprima, tremolava incerta, crebbe, poi, per divenire un faro, ed ora risplende per te come un sole radioso. Volta ora le spalle a quella luminosità; ritorna sui tuoi passi; torna indietro verso coloro per i quali la luce non è che un punto instabile ed aiutali ad ingrandirla. Dirigiti verso Augia, il cui regno deve essere ripulito da un male antico. Questo è quanto dovevo dirti.” E così, Ercole si incammina per andare in cerca del re Augia. Quando giunge nei pressi del regno, le sue narici vengono assalite da un fetore così orrendo da farlo vacillare. Da molti anni, il re Augia non ripuliva le stalle reali dagli escrementi del suo bestiame. I pascoli erano talmente ricoperti di letame che nessun frumento vi poteva crescere. Per conseguenza una micidiale pestilenza serpeggiava per tutto il paese, mietendo molte vite umane. Ercole, giunto al palazzo, va in cerca del Re. Questi, informato che Ercole vuole ripulire le sue fetide stalle, si dimostra sospettoso; egli non crede che ci sia qualcuno disposto ad aiutare senza nulla in cambio. “Tu dici di voler fare quest’immane lavoro senza ricompensa?”, l’apostrofa il re con diffidenza. “Io non ho fiducia in coloro che affermano simili millanterie. Avrai senza dubbio escogitato qualche astuto piano per togliermi il trono (…) Dobbiamo però venire a patti, affinché non sia accusato di essere un re pazzo. Se tu, in un solo giorno, riuscirai a fare quello che hai promesso, un decimo delle mie numerose mandrie sarà tuo; ma se fallirai, la tua vita e la tua fortuna saranno nelle mie mani.” 

Ercole allora si congeda dal re e, girovagando per il luogo puzzolente, osserva due fiumi che scorrono placidamente nei pressi. Sostando sulla riva di uno di essi, gli balena alla mente la risposta al suo problema. Si mette al lavoro applicando ogni sua risorsa e con grande sforzo riesce a deviare il corso dei due fiumi e a riversare le loro acque nelle putride stalle. Così il reame viene spurgato. Tornato dal Re, pienamente soddisfatto, Ercole si sente dire: “Ci sei riuscito con un trucco, i fiumi hanno fatto il lavoro, non tu. È stata un’astuzia per prenderti i miei armenti, un complotto contro il mio trono. Non avrai nessuna ricompensa. Vattene,” e così bandisce Ercole dal suo regno. Ercole fa dunque ritorno dal suo Maestro che gli dice: “Sei diventato un servitore del mondo (…) hai dato la tua luce affinché la luce degli altri potesse risplendere.” L’impresa è compiuta.

Cari Leone, quest’anno siete chiamati al Servizio. Ma attenzione, chi si dedica al servizio deve sapere che ci sono della regole da seguire, regole che bisogna conoscere bene, prima di avventurarsi solo per sentirsi ‘utili’. Il servizio non è sacrificio, è creatività. Quando serviamo gli altri dovremmo servire anche noi stessi se così non è, il nostro ego, presto o tardi, esigerà un risarcimento, in assenza del quale, si infurierà. Essere creativi significa trovare gioia e motivazione interiore per quel che si fa, a prescindere dal riconoscimento degli altri. Quando non siamo creativi il servizio diventa sfiancante perché è mosso solo dal senso del dovere piuttosto che da un sincero intento di bene. Sia chiaro, non c’è niente di sbagliato nel senso del dovere che, alle volte, è l’unica via da perseguire, ma non sempre. Se permettiamo al dovere (e al suo primogenito, il senso di colpa) di guidare le nostre azioni, la disfatta è inevitabile. Se non esprimiamo la nostra creatività (ciò che siamo nel profondo, ciò che consideriamo importante, ciò che ci sembra di valore), nel servizio finiamo con l’annullarci, e il vostro ego leonino non può sopportarlo, si inferocirà. Quindi, è importante scegliere di servire (che a volte significa anche non servire) e farlo con cognizione di causa e motivazioni salutari. 

Questo vi permetterà di affrontare un altro tema di questo 2025: l’ingratitudine. Vedete, non sempre, quando ci ‘sacrifichiamo’, veniamo apprezzati o premiati. A volte, il nostro servizio non viene neanche riconosciuto, altre volte viene dimenticato o sminuito. Come il Re Augia, molti non sono disposti a contraccambiare il bene ricevuto; forse perché non si fidano della vostra buona fede, forse perché non sono proprio in grado di farlo, forse perché non gli conviene. Alcune persone sono incapaci o ferite, altre semplicemente egoiste. Ma questo non vi riguarda. Ecco il vero insegnamento di quest’anno. Non è l’Altro, con il suo risarcimento, la sua lode o la sua gratitudine che significa il vostro gesto o dà valore alla vostra impresa. È l’intenzione che muove il servizio a delinearne il valore e la riuscita. Quanto più vi aspettate che siano gli altri a riconoscervi un valore, tanto più gli date potere. E il potere, invece, ve lo dovete tenere. Ma non lo tenete (e ottenete) arrabbiandovi, imponendovi o pretendendo. Vostro sia il detto: sii equidistante dall’infamia e dalla lode. Sia chiaro, non vi sto invitando a immolarvi senza chiedere nulla in cambio. Nel mondo reale, il nostro tempo, la nostra dedizione e il nostro impegno meritano di essere ricompensati, in qualche modo. Certo, si può scegliere di fare un dono di tanto in tanto, ma che questa non può essere la regola, perché importante è l’equilibrio, e un ritorno deve avere luogo, in qualche forma, reale o astratta. Ma il ritorno non può mai essere in termini di gratitudine da parte dell’altro. Uno scambio equo è un equilibrio di energie, ed è necessario tenerne conto; il bisogno che l’altro ci sia grato, invece, è cibo per l’ego. E un ego al comando fa un cattivo servitore. E, nel caso non sia chiaro, voi siete chiamati al servizio. 

Allora, vi starete chiedendo qual è il modo migliore per servire non cedendo il vostro potere? Brillare! Solo emanando la vostra luce potrete illuminare gli altri senza togliere nulla a voi stessi. Per brillare, però, sarà necessario ripulire le stalle dal letame, simbolo degli istinti più bassi. Fate pulizia dentro di voi seguendo l’intento di una Volontà di Bene che, come un’ala protettiva, si posi su tutti indistintamente. Ci sarà chi si riparerà sotto quell’ala, chi la rifiuterà. Ci sarà chi correrà via maledicendovi, chi vi ringrazierà; e ci sarà chi la deprederà di tutte le sue piume per poi andarsene senza neanche voltarsi a salutarvi. E voi, calmi e risoluti, come Ercole di fronte ad Augia, riprenderete la vostra strada, senza battere ciglio. Perché questo è il compito del discepolo che si mette al Servizio e che sa che non siamo tutti alla stessa Porta, e ciascuno ha il suo demone da affrontare. Voi, brillate. Tenete pulite le vostre stalle e offrite tutto ciò che avete da offrire. L’Universo farà il resto. 


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